mercoledì 24 novembre 2010

Robert Peroni a Verona

Bambina inuit di Kukusuk - Groenlandia orientale


Al teatro Nuovo di Verona
venerdì 26 novembre alle ore 18.30


Robert Peroni sarà presente e parlerà sulla Groenlandia orientale e sulla situazione degli inuit di Ammassalik.

Interverranno altre personalità, ognuna delle quali presenterà una realtà sociale difficile: Christopher Clark parlerà dell'Ammazonia, Silvie Pialouix del Mali, Padre Egidio dell'Uganda.

L'incontro sarà presentato da Franco Brevini, scrittore e alpinista con all'attivo numerose spedizioni sull'inlandsis groenlandese, amico di Robert Peroni.

giovedì 11 novembre 2010

A Michele Lepera il premio Chatwin 2010

Con il racconto 'Senza peso', un'impressione di Viaggio in Ammassalik, nella Groenlandia Orientale, Michele Lepera ha vinto il primo premio del Concorso Storie di Viaggio - Sezione narrativa - del prestigioso Premio Chatwin.

Il Premio Chatwin “Camminando per il Mondo” è l’unica manifestazione culturale dedicata al grande viaggiatore e scrittore inglese, con l’esclusiva - concessa dalla vedova Elizabeth - di divulgare in Italia e all’estero la memoria, le opere e il pensiero di Bruce Chatwin per la promozione e diffusione della cultura di viaggio.


La competizione che ogni anno attira concorrenti da varie regioni d’Europa che partecipano con i loro video, racconti, fotografie, quest'anno era presieduta dallo scrittore Ermanno
Rea e dal fotoreporter Mario Dondero.
La giuria composta da: Marco
Aime (antropologo, scrittore), Ambrogio Borsani (scrittore), Giuseppe Cederna (attore, scrittore), Maurizio Garofalo (photoeditor), Ferruccio Giromini (storico dell’immagine), Massimo Luconi (regista), Sandra Petrignani (giornalista, scrittrice), Giovanni Scipioni (giornalista), Silvestro Serra (giornalista).
La premiazione nella giornata di chiusura dell’edizione 2010,
che si terrà a Genova sabato 20 novembre, vedrà la consegna di premi speciali a personaggi importanti del panorama culturale italiano e internazionale.

Tra questi: Cees Noteboom, il fotoreporter Ivo Saglietti; il musicista Vinicio Capossela; l’attore Paolo Briguglia in vece di Rocco Papaleo; Flaviano Bianchini, menzione speciale 'il più bel libro dell’anno', con il libro "In Tibet".
Sarà presente come ogni anno Elizabeth Chatwin, vedova di Bruce Chatwin e madrina del Premio.


Sx:La Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale - Dx: La premiazione di Michele Lepera

Michele è stato in Ammassalik con il primo viaggio del Progetto Italiammassalik nell'estate del 2010, e, durante quel viaggio, a contatto con l'isolamento assoluto, ha sentito il profumo dell'anima di questa popolazione sincera e amichevole, e il silenzio di questo mondo ancora primitivo, ed ora collabora alla sua conservazione mettendo a disposizione le proprie competenze professionali di fotografo e grafico pubblicitario.

Il villaggio di cui parla all'inizio del racconto è Tiniteqilaaq, ai confini del mondo, e i pioli sono i gradini arrugginiti della scala di ferro che portano sul molo.

A questo link
si può leggere tutto il racconto.

domenica 7 novembre 2010

Red House di Robert Peroni: un sito web da visitare


Nel sito della Red House, di Robert Peroni, si possono trovare, oltre che interesanti informazioni sulla regione di Ammassalik, un portfolio di fotografie realizzato da esploratori, viaggiatori, fotografi, che regalano, con bellissimi scatti, la visione di paesaggi e momenti di incomparabile bellezza.
A questo Link possono essere visitate la galleria fotografica, e tutte le pagine web del sito.

lunedì 1 novembre 2010

Carestia di pescato in Groenlandia orientale


Sermiligaaq, il cui nome significa il bellissimo fiordo ghiacciato, è uno dei paesi più poveri di Ammassalik.
Si è sempre sostenuto sulla vendita del pescato, ma questo 2010 è stato un anno di grande carestia, e lo stabilimento della lavorazione del pesce è stato chiuso.
Anche qui, come a Tiniteqilaaq e gli altri piccoli villaggi, i proventi derivanti dalla vendita del pesce sono scomparsi.
La sopravvivenza di queste piccole popolazioni è ora lasciata solo alle foche che riescono a cacciare e al sussidio governativo.


(da: Inuitdellario.blogspot.com)

"Si tagliano la gola col coltello da caccia"
Robert Peroni è chiaro su questo punto. Se qualcosa non cambia subito, entro l'estate del 2012 rimarranno ancora solo poche centinaia di Inuit nel villaggio di Tasiilaq.
E' dunque necessario che i governi, le associazioni ambientaliste e gli Inuit dialoghino per trovare un comune accordo, e una visione più inclusiva del punto di vista nativo.

Raconta:
"In autunno un cacciatore di un villaggio costiero mi ha invitato al suo insediamento.
Ho accettato l'invito e dopo i soliti preparativi ci siamo messi in viaggio con la lancia a motore.
E' un viaggio lungo, che impiega quasi un'intera giornata.
A un certo punto, l'Inuit, avendo scorto a distanza la testolina di una foca, mi ha passato la guida del motore pregandomi di aiutarlo a catturare l'animale.
Alla richiesta ho superficialmente detto di sì, mentre dentro al cuore facevo il tifo per la foca. Speravo che sparisse. La facesse franca. E così fu.
La piccola voce pacifista e ambientalista che mi affiorava dentro aveva vinto.
Arrivati al villaggio, ho incontrato una decina di persone sulla spiaggia. C'erano nel gruppo dei bambini, e anche degli anziani. Sorridevano al primo sguardo, quella mia visita aveva spezzato la consueta routine.
Purtroppo all'ora di cena, si svelò la terribile verità.
Da una mano all'altra, passavano una lunga lisca di un pesce che era oramai stata quasi totalmente spolpata.
Scoprii allora che quella gente non aveva mangiato, veramente mangiato, da giorni. Nessuno di loro confidava un lamento. Solo un occasionale sorriso feriva il silenzio dalle labbra.
Allora capii.
Capii da dentro, che il mio semi-conscio boicottaggio della cattura alla foca, aveva avuto un diretto impatto su quello scoglio di sperduta gente.
Avevo portato loro la FAME.
Fame che adesso condividevo anch'io, e che al secondo giorno già non sopportavo più.
Trovata per caso una barretta di cioccolato in una tasca della giacca a vento, me la mangiai di nascosto. Anche se la fame ritornò inesorabile dopo qualche ora. Mangiava lo stomaco e il cuore.
Non mi restò che agire. Avviai il motore della lancia per tornare a Tasiilaq. Andavo a prendere qualcosa da mangiare per quella povera gente. Mi ci vollero giorni per andare e ritornare. Al mio ritorno le pance erano ancora più vuote (dopo un'intera settimana), ma c'era ancora un occasionale sorriso su quei volti e il consueto inscrutabile silenzio."