Un articolo, preciso e ad ampio respiro, che fa il punto sulla situazione 'oggi' di Ammassalik.
“C’è più Groenlandia ad Ammassalik che in
tutta la Groenlandia” mi disse così una volta un tale che aveva
viaggiato per molto tempo nel nord del mondo. Non ero ancora stato in
Ammassalik. Ma poi, un giorno non molto lontano, era il 2008, sono stato
in spedizione in Ammassalik, e ho capito perchè quel viaggiatore aveva
anche detto: “la Groenlandia non è più la Groenlandia. Se vuoi conoscere
la Groenlandia adesso devi andare ad Ammassilik”.
Ed era vero.Ammassalik fino al 2008 era una località quasi sconosciuta. In quegli stessi anni a Nuuk si costruivano condomini, e alla Baia di Disko attraccavano navi da crociera di 600 turisti.
I piccoli villaggi della costa occidentale erano invasi da europei, russi, americani, cinesi che comperavano oggetti lavorati con scalpelli in acciaio, lime, e trapani elettrici.
Ad Ammassalik gli artigiani lavorano ancora oggi l’osso e la pietra come la lavoravano i loro antenati 1000 anni fa.
E non basta: alla fine degli anni ’70 erano ancora semi-nomadi. Dopo aver trascorso l’inverno lungo la costa nelle ‘case di terra‘, costruzioni con le pareti in pietra e il tetto in muschio e torba, in primavera si spostavano verso l’interno dei fiordi alla ricerca di nuovi ambienti di caccia. Durante questi spostamente vivevano in tende di pelle di foca e d’orso, costruite sullo stile delle tende che usano ancora oggi i pastori nomadi di renne della Siberia.
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